L'ho visto ieri sera. Impressioni a caldo: prettamente negative. Il film mi ha delusa molto. Nonostante le buone interpretazioni degli attori (anche le esordienti), la trama sembra non portare da nessuna parte. Mi è sembrata più un'accozzaglia di luoghi comuni, che alla fine non hanno lasciato niente, se non dubbi e domande.
(Attenzione spoiler)
Marta da Palermo va a studiare a Roma e lì si laurea con 110 e lode e abbraccio accademico. E vabè.
Marte rimane a Roma in cerca di lavoro, ma tutti le chiudono gentilmente le porte in faccia. E vabè.
Marta inizia a lavorare come operatrice di call center, aspettando magari l'occasione migliore. E vabè.
E siamo già a 3 luoghi comuni.
Claudio, il manager ricco e potente, piacione e puttaniere (mi ricorda qualcuno...) che non riesce però nemmeno a gestire una famiglia (separato da una "miss 4° misura rifatta", un figlio che non gli parla e una figlia che piange al telefono perchè vuole regalata una 3° di seno).
L'amante del ricco manager, che ha fatto carriera all'interno del gruppo manageriale grazie alle sue doti...ehm...professionali. In realtà è una sfigata, frustrata senza amici che alla fine ammazza Claudio perchè lui non ne vuole sapere niente.
Il tutto avviene in una maniera così scontata. Nessun colpo di scena. Sai già, o almeno ti immagini cosa sta per accadere. Nessuna morale alla fine. Viene raccontata una fetta di realtà che (i trentenni di oggi) conoscono MOLTO bene, ma non fa altro.
E poi mi viene da chiedermi: perchè Marta non torna a Palermo, quando la madre sta per morire di cancro? Qualunque figlia o figlio avrebbe preferito passare gli ultimi giorni di vita della madre accanto a lei, piuttosto che fare telefonate e prendere per il culo le vecchie casalinghe.
Cosa voleva dimostrare Virzì con questo film? Sinceramente non l'ho capito. E proprio perchè si tratta di Virzì è stata tanta la mia delusione, perchè è un regista giovane, che ha girato film (secondo me eccellenti nel loro genere) come Ovosodo o My name is Tanino.
Boh! Forse avevo delle aspettative troppo alte che mi hanno "smontato" un pò il film. Boh! Resta il fatto che "Tutta la vita davanti" non mi è piaciuto.
(Attenzione spoiler)
Marta da Palermo va a studiare a Roma e lì si laurea con 110 e lode e abbraccio accademico. E vabè.
Marte rimane a Roma in cerca di lavoro, ma tutti le chiudono gentilmente le porte in faccia. E vabè.
Marta inizia a lavorare come operatrice di call center, aspettando magari l'occasione migliore. E vabè.
E siamo già a 3 luoghi comuni.
Claudio, il manager ricco e potente, piacione e puttaniere (mi ricorda qualcuno...) che non riesce però nemmeno a gestire una famiglia (separato da una "miss 4° misura rifatta", un figlio che non gli parla e una figlia che piange al telefono perchè vuole regalata una 3° di seno).
L'amante del ricco manager, che ha fatto carriera all'interno del gruppo manageriale grazie alle sue doti...ehm...professionali. In realtà è una sfigata, frustrata senza amici che alla fine ammazza Claudio perchè lui non ne vuole sapere niente.
Il tutto avviene in una maniera così scontata. Nessun colpo di scena. Sai già, o almeno ti immagini cosa sta per accadere. Nessuna morale alla fine. Viene raccontata una fetta di realtà che (i trentenni di oggi) conoscono MOLTO bene, ma non fa altro.
E poi mi viene da chiedermi: perchè Marta non torna a Palermo, quando la madre sta per morire di cancro? Qualunque figlia o figlio avrebbe preferito passare gli ultimi giorni di vita della madre accanto a lei, piuttosto che fare telefonate e prendere per il culo le vecchie casalinghe.
Cosa voleva dimostrare Virzì con questo film? Sinceramente non l'ho capito. E proprio perchè si tratta di Virzì è stata tanta la mia delusione, perchè è un regista giovane, che ha girato film (secondo me eccellenti nel loro genere) come Ovosodo o My name is Tanino.
Boh! Forse avevo delle aspettative troppo alte che mi hanno "smontato" un pò il film. Boh! Resta il fatto che "Tutta la vita davanti" non mi è piaciuto.
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