martedì 29 giugno 2010

LO SBARCO: PRIME IMPRESSIONI

Questi ultimi giorni sono stati intensi, vissuti con una miscela esplosiva di emozioni, dalla quale ancora non mi sono "ripresa". Sono stordita, a volte mi sembra di averlo sognato, ma poi mi rendo conto che Lo Sbarco c'è stato e che io ero lì.
Ho conosciuto tante persone che mi hanno arricchito a livello personale, per il semplice fatto di aver condiviso con loro un'esperienza che ricorderò per sempre. La "zia" Marisa, Mimma, Ugo, Paola, Daniele, Claudia, Alessandro, Simona, e poi Matteo, Emanuele, Max, Cecilia, Donatella e tutti quelli di cui purtroppo non ricordo il nome.
Non volevamo certo cambiare l'Italia con una "semplice" traversata dalla Spagna all'Italia. E chi ci ha insultato dicendo di andare a lavorare non ha capito nulla. Così come non ha capito nulla quel giornalista che sul Secolo XIX ci ha definiti: giovani cresciuti a Erasmus e voli low cost che tornano in Italia con nostalgia e arroganza. Arroganza? Era l'unica cosa che non c'era! C'era tanta nostalgia, perchè la maggior parte di noi è partito perchè si sentiva soffocato dalla mancanza di diritti e opportunità, non certo perchè guarda dall'alto in basso il proprio Paese.
C'era rabbia, perchè stando lontani ci si rende conto che le cose possono funzionare, basta concentrarsi sulla competenza e sulla meritrocrazia e non sulla prepotenza e furbizia.
C'era dispiacere, nel vedere che il paese che si ama va alla deriva, in balia a una classe politica che fa quello che gli pare e ad una chiesa che è tornata ad essere uno stato politico a tutti gli effetti, pesando sulle decisioni dello stato "temporale", facendo precipitare l'Italia in un nuovo medioevo buio e arretrato.
C'era paura, nel vedere che tutto sembra passare inosservato. Paura nel ritrovarmi di fronte all'indifferenza di chi sostiene: "vabè, ma tanto non può cambiare, ci siamo abituati!"
Ma c'era anche tanta gioia, che ci ha permesso di abbracciarci simbolicamente, ognuno con la sua storia, diversa ma con un identico filo comune: l'appartenenza ad un Paese che amiamo e che vorremmo migliore. Ho provato una sensazione di appartenenza, non mi sono sentita più un alieno ed è stato elettrizzante.
Cosa accadrà adesso? non lo so. Però so che qualcosa succederà. Tante reti si sono create perchè tutto vada in fumo.
Presto farò un post dedicato proprio al viaggio, ma adesso voglio godermi questo momento e questa miscela di emozioni che ancora mi attraversa la mente e il corpo.

lunedì 21 giugno 2010

TESTA TRA LE NUVOLE

Si cambia di nuovo. Questa volta si passa ad uno stile meno serioso e che rispecchia questo particolare momento della mia vita: come si dice dalle mie parti "testa nall'aria!!!"

Spero di riuscire a trovare il tempo, ma soprattutto la voglia di aggiornare questo piccolo spazio virtuale... ci vediamo al prossimo post :)

martedì 1 giugno 2010

GIUSEPPE TORNATORE E BAARIA


Ho visto Baarìa di Giuseppe Tornatore. Ne avevo sentito parlare solo male. Tutti lo avevano criticato. Beh... forse da un certo punto di vista hanno ragione.
Solo un siciliano può apprezzarne la meraviglia! E non lo dico come provocazione, anzi. Lo dico perchè è quello che penso realmente. Tornatore ha sempre parlato della Sicilia nei suoi film e con Baarìa ha enfatizzato questa tendenza.
In questo film ho visto proiettati i racconti dell'infanzia di mia madre, gli anni della Seconda Guerra Mondiale e quello che ne è stato dopo. Gli anni 50, 60, 70...
Guardando Baarìa ho avuto la sensazione di percepire certi profumi e certi odori tipici della Sicilia. Ho avvertito sulla pelle perfino lo scirocco caldo, che fa volare la terra e che ti fa sudare anche se stai fermo.
E poi i suoni, i rumori, le parole. Come può essere apprezzato questo film da uno che non conosce il siciliano, i suoi modi di dire, le sue battute e i riferimenti a qualcosa di più profondo?! Non c'è prìo a vederlo con i sottotitoli in italiano, non può essere assolutamente la stessa cosa.
Quindi si, avevano ragione a parlarne male, perchè solo un siciliano può apprezzarlo. Soprattutto un sicilaino che vive all'estero e che riscopre quanta verità ci può essere nella finzione di un film, quanto amore ci può essere nella regia di un film e quanta dedizione da parte di tutti gli attori che hanno partecipato.
A tal proposito, penso che la parte di Beppe Fiorello sia sublime (ho avuto difficoltà a capire cosa dicesse per buona parte del film); sono contenta che Salvo Ficarra e Valentino Picone siano usciti dai loro stereotipi classici (buona anche l'idea di separarli); azzeccatissima la microparte della Bellucci (ha mostrato cosa sa fare bene - si, lo so, sono cattiva!).
Una nota dolente (piccola però): non ho apprezzato molto la femmina protagonista. Io personalmente avrei preferito Nicole Grimaudo nel ruolo della figlia e viceversa Margareth Madè nel ruolo della madre (però è solo la mia opinione!)

Il tempo della narrazione è come un lento vortice, dove tutti i pezzi si incastrano andando a formare un quadro complesso e articolato. E' vero che esiste una storia principale, ma attorno a questa ruotano così tante vite/storie/esperienze che alla fine ci si concentra sulla cultura di quel periodo.

La bellezza di Baarìa, secondo la mia opinione, non sta nel fatto di aver raccontato qualcosa di nuovo o in un modo innovativo. Io considero questo film come una poesia, dedicata alla madre terra (in questo caso la Sicilia) che ti ha dato la vita, ma che contemporaneamente ti soffoca con il suo amore malato.
Bel film! Mi ha emozionato sul serio!