martedì 1 giugno 2010

GIUSEPPE TORNATORE E BAARIA


Ho visto Baarìa di Giuseppe Tornatore. Ne avevo sentito parlare solo male. Tutti lo avevano criticato. Beh... forse da un certo punto di vista hanno ragione.
Solo un siciliano può apprezzarne la meraviglia! E non lo dico come provocazione, anzi. Lo dico perchè è quello che penso realmente. Tornatore ha sempre parlato della Sicilia nei suoi film e con Baarìa ha enfatizzato questa tendenza.
In questo film ho visto proiettati i racconti dell'infanzia di mia madre, gli anni della Seconda Guerra Mondiale e quello che ne è stato dopo. Gli anni 50, 60, 70...
Guardando Baarìa ho avuto la sensazione di percepire certi profumi e certi odori tipici della Sicilia. Ho avvertito sulla pelle perfino lo scirocco caldo, che fa volare la terra e che ti fa sudare anche se stai fermo.
E poi i suoni, i rumori, le parole. Come può essere apprezzato questo film da uno che non conosce il siciliano, i suoi modi di dire, le sue battute e i riferimenti a qualcosa di più profondo?! Non c'è prìo a vederlo con i sottotitoli in italiano, non può essere assolutamente la stessa cosa.
Quindi si, avevano ragione a parlarne male, perchè solo un siciliano può apprezzarlo. Soprattutto un sicilaino che vive all'estero e che riscopre quanta verità ci può essere nella finzione di un film, quanto amore ci può essere nella regia di un film e quanta dedizione da parte di tutti gli attori che hanno partecipato.
A tal proposito, penso che la parte di Beppe Fiorello sia sublime (ho avuto difficoltà a capire cosa dicesse per buona parte del film); sono contenta che Salvo Ficarra e Valentino Picone siano usciti dai loro stereotipi classici (buona anche l'idea di separarli); azzeccatissima la microparte della Bellucci (ha mostrato cosa sa fare bene - si, lo so, sono cattiva!).
Una nota dolente (piccola però): non ho apprezzato molto la femmina protagonista. Io personalmente avrei preferito Nicole Grimaudo nel ruolo della figlia e viceversa Margareth Madè nel ruolo della madre (però è solo la mia opinione!)

Il tempo della narrazione è come un lento vortice, dove tutti i pezzi si incastrano andando a formare un quadro complesso e articolato. E' vero che esiste una storia principale, ma attorno a questa ruotano così tante vite/storie/esperienze che alla fine ci si concentra sulla cultura di quel periodo.

La bellezza di Baarìa, secondo la mia opinione, non sta nel fatto di aver raccontato qualcosa di nuovo o in un modo innovativo. Io considero questo film come una poesia, dedicata alla madre terra (in questo caso la Sicilia) che ti ha dato la vita, ma che contemporaneamente ti soffoca con il suo amore malato.
Bel film! Mi ha emozionato sul serio!

1 commento:

Il Sole e Le Nuvole ha detto...

Sono d''accordo con te, Cisca.
ciao