martedì 22 gennaio 2008

L'ETICA STA A CUFFARO COME L'ESTATE STA ALL'INVERNO

Etica è una parola che deriva dal greco e significa "condotta", "carattere", "consuetudine"; si riferisce anche a quella branca della filosofia che studia i fondamenti oggettivi e razionali che permettono di distinguere i comportamenti umani in buoni, giusti, o moralmente leciti, rispetto ai comportamenti ritenuti cattivi o moralmente inappropriati. Si può anche definire l'etica come la ricerca di uno o più criteri che consentano all'individuo di gestire adeguatamente la propria libertà.
Viene definita anche filosofia morale, perchè ha come oggetto il valori morali che stanno alla base del comportamento dell'uomo.

Ma oggi esiste ancora l'etica? Attualmente ci si può permettere di parlare di morale? I recenti avvenimenti politici della Sicilia e dell'Italia intera, fanno propendere per secco no! Cuffaro e Mastella sono in cima alla lista dei personaggi che infangano la morale, ma anche gli latri esponenti politici non scherzano a tal proposito.
Ma restiamo nell'ambito siciliano. Cuffaro dopo aver festeggiato la sua condanna a 5 anni per favoreggiamento, con brindisi e cannoli alla ricotta, ha dichiarato che non lascerà la poltrona di Governatore della Sicilia, perchè lo deve ai siciliani che lo hanno votato. E questo ormai è risaputo.


A questa notizia la reazione della cittadinanza onesta ed etica è stata quasi spontanea e naturale. Diversi cortei e un sit-in permanente di fronte il Palazzo della Regione testimoniano il desiderio, da parte dei siciliani, che Cuffaro si dimetta. La gente urla "dimissioni", "Fuori la mafia dalla Regione. Totò Cuffaro all'Ucciardone" e ancora "La Sicilia è nostra, NON di Cosa Nostra".



Leoluca Orlando, ex sindaco di Palermo ed esponente dell'Italia dei Valori, ha dichiarato in una conferenza stampa che esiste una una norma chiara, che stabilisce la sospensione degli amministratori pubblici in caso di condanna, anche in primo grado, e non solo per reati di mafia, ma pure per fatti meno gravi. La vicenda Cuffaro ci rientra pienamente. La norma in questione è la legge 55 del 19 marzo '90.


La mia riflessione però vuole andare oltre i fatti giuridici. A mio avviso, le scelte di Totò Cuffaro non rientrano tra i comportamenti etici e morali e dal momento che è stato eletto dalla maggioranza dei siciliani (e non dimentichiamo che il diretto avversario era Rita Borsellino che sta alla mafia come Cuffaro sta all'etica), mi sorge un dubbio: che i siciliani non abbiano nessuna voglia di cambiare? Che ai siciliani piaccia l'attuale situazione politica, economica e sociale? Che ai siciliani non importa che il proprio rappresentante sia accusato per favoreggiamento ai singoli esponenti di Cosa Nostra?

Le manifestazioni anti-Cuffaro, per fortuna, mi fanno credere che un cambiamento è possibile, oltre che auspicabile, ma ci vuole davvero tanta forza di volontà e tanta determinazione. Questo rappresenta l'esame di maturità a cui la Sicilia deve sottoporsi per dimostrare, soprattutto a se stessa, che vale qualcosa e che non può solo accumulare debiti formativi.

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