mercoledì 20 febbraio 2008

Che possa marcire in carcere!


I fatti di cronaca degli ultimi giorni hanno riportato l'abuso e il maltrattamento infantile sulle prime pagine dei giornali. Padri, amici, zii che abusano di bambini piccoli, indifesi, innocenti. Ancora peggio: un pedofilo, fuori dal carcere per decorrenza dei termini, ripete indisturbato le sue malefatte a discapito di una bambina di soli 4 anni. Non credo esistano parole per descrivere questo episodio (che purtroppo non è l'unico!).

Da donna con un forte istinto materno, mi verrebbe voglia di inneggiare immediatamente alla castrazione (e non quella chimica di cui si discute in questi giorni!). Però la mia anima professionale mi suggerisce altro: da psicologa dico che dovrebbero essere curati, riabilitati, ma se la gustizia non riesce a tenerli a bada, come si può pensare di lavorare sul "malato" e sul disturbo?

Non ci si rende conto che stiamo rubando l'infanzia. Di nuovo.

Nei secoli ormai lontani, i bambini erano costretti a rinunciare alla propria infanzia, perchè fin da subito dovevano iniziare a lavorare, a portare soldi a casa, se no non si mangiava. Le bambine, già in tenera età erano date in matrimonio, come fossero oggetti di scambio, per sancire alleanze patrimoniali.

Poi la società civile si è resa particolarmente sensibile a questo tema e, attualmente, l'infanzia è salvaguardata come non lo era stata mai. Almeno dal punto di vista legale-giuridico. I bambini prima di ogni cosa. I diritti dei bambini sopra ogni cosa. Il bene del minore come priorità assoluta.

Però talvolta è proprio nel luogo dove dovrebbero essere più protetti che si ritrovano a combattere contro mostruosità inaudite. Il maltrattamento sui bambini da parte di parenti o (peggio ancora) dei genitori ha un incidenza imperdonabile.

Il caso del pedofilo ha risvegliato la coscienza, ma non si deve aspettare il caso eclatante, perchè il fenomeno dell'abuso sui minori è molto vicino a noi, più di quanto immaginiamo.

Adesso ci si augura che i tanti perchè abbiano risposta e che il caso non venga sopito e nascosto tra i vari fatti di ordinaria follia quotidiana.

E mi auguro, infine, che in Italia l'incertezza della pena sia sostituita da una certezza della pena, veloce e adeguata al reato commesso.

E che la classica profezia "che possa marcire in carcere" diventi, per alcuni, una realtà concreta!

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