martedì 17 marzo 2009

Peppino Impastato, un giullare contro la mafia


Dalla radio alle tavole. La storia di un siciliano speciale, raccontata da due siciliani. Per non dimenticare

Peppino parlava alla radio. A Cinisi lo ascoltavano tutti. Peppino è stato ucciso dalla mafia, per averla combattuta scrivendo e parlando, per avere detto che «la mafia è una montagna di merda».

E la radio è anche il filo conduttore di Peppino Impastato, un giullare contro la mafia, il fumetto in uscita entro la fine di aprile per la casa editrice Beccogiallo. Gli autori sono Marco Rizzo e Lelio Bonaccorso, due siciliani alle prese con la storia di uno di loro. «La scena della morte di Peppino è stata la più difficile da scrivere» racconta Marco «rispetto al film I cento passi il nostro è un racconto meno lineare, ma forse più aderente ai fatti».

Giuseppe Impastato muore il 9 maggio 1978, nel giorno in cui il cadavere di Aldo Moro viene ritrovato in via Caetani. Di Peppino ci resta la voce: ascoltatela in questi brani da Onda pazza, il programma più seguito di Radio Aut, dove Peppino e la redazione sbeffeggiavano pubblicamente i mafiosi e i signorotti di Cinisi. Si parlava di “Mafiopoli” e “don Tano Seduto”. Il tutto introdotto dall'amara ironia di Ombretta Colli che cantava Facciamo finta che tutto va ben.

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